Dentro il secondo giorno c’è più luce, più sicurezza, più fluidità. Si delinea una postura da “altro” rispetto al dover essere. Dunque qualcosa dietro il muro, c’è.
Ho azzardato un caffè, che di solito mi nego sull’onda di un severo giudizio sulla mia capacità di gestire l’ansia.
Non ho molto dormito, ma ho toccato una pallina, ho letto varie pagine e ricordato un itinerario.
La sera è calma. Devo trascrivere alcuni appunti sull’agenda con la mia stilografica.
Ragazzi, apparecchiate! È un richiamo di gioventù, di sere estive, di avere un posto nel mondo.
